sabato 26 aprile 2008

non lo so.
quel che è peggio è che dovrei saperlo.
ma no, non lo so.
ma davvero dovrei saperlo?

perchè questo senso di nervoso? latente ma sempre presente?
perchè scegliere l'inquietudine?
chi potrebbe volerlo?

potrei lanciarmi in una metafora à-la scrittore superyeah.
ma non lo farò.
non ho questo tipo di velleità.
ma soprattutto non voglio illudermi di poter vivere sulle parole.
penso che chi lo faccia uccida l'impulso che spinge a scrivere.
come tutto ciò che è arte se inizi a pensare di guadagnarci sopra, puf, tutto quel che fai si trasforma in merce.
e merda.
automatico.

il bello è l'autismo di quel che sto dicendo.
stile declamazioni in un teatro vuoto.
questa era quasi una metafora di quelle che ho scritto sopra.
sono umano, sbaglio.
concedetemelo.

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